Amico nemico

Dove siamo finiti io e te, c’è solo un modo per tornare. È guardarsi in faccia, nel tempo magico del ballo. Accade nella tammurriata, nei rituali collettivi in cui un cerchio di gente raccoglie l’energia, nello spazio dove si libera il non detto, uno contro uno. Questo era ciò che tacevo, questo era il male e il bene tra noi, questo era il veleno. Così fa James in terra, sciamano di Napoli come fosse Africa o Luna, nel canto parlato di un discorso, mentre appaiono gli spiriti e il ritmo trascina. È il brano numero sei del ritorno del mezzosangue: nel mezzo c’è un lamento come un segnale, un grido strascinato. Ecco la tempesta, ecco la guerra che ci rende liberi, dove il richiamo per un amico o un amore, per un torto subito, si trasforma.

Chi sei, che cosa mi hai fatto e perché: questo è legna da ardere nella notte, ballando sui fiati e sui tamburi, sulle mani di chi ci accompagna alla verità. Questa canzone non è solo una canzone, la musica non è un contorno, le ossa non sono il bianco per la carne e i nervi. Se vuoi trovare l’anima, porta fuori qualcosa, e allo stesso modo ascolta. Poi fai una danza, perché non hai alternative. Perché hai qualcosa da dire. 

O’meglio amico mio- James Senese.      (James is back, 2021)