Un’idea del mondo

Forse la parola “fantasma” è un limite per descrivere l’idea di letteratura perseguita da Roberto Calasso nel lavoro di una vita. L’autore-editore-uomo dietro la storia delle edizioni Adelphi ha popolato la sua esistenza di segni e parole, percorrendo un’imponente mappa di libri, dodici, a costituire una sola opera in divenire, con uno stile che accoppia il romanzo al saggio e alla fiaba, raccontando nel senso più libero possibile quanto caratterizza l’umano. Nella sua poetica, la mitologia e la fede costruiscono uno scenario ultra-temporale, moderno e antico, analogico e digitale, entrando nel mistero con lo strumento della scrittura, ben oltre le scienze del visibile e dell’economia. Solo con le storie accade l’uomo, in un luogo dove si ingloba ogni forma di sapere, dove simboli, immagini e significati sono in continua connessione.

Le fonti del viaggio, adoperate per studi e testi, esplorate e disseminate nei testi a sua firma, sono raccolte dalla memoria delle civiltà, vergate per iscritto nelle notti dei tempi: si tratta di antichissimi testi orientali, mitologie sulla nascita del mondo, narrazioni dove risiedono gli archetipi, cosmogonie dove leggenda e genesi si fondono. Le fonti del mondo sono le fonti che costruiscono l’io, raduno di intersezioni, rapporti molteplici, piccole cose personali che guardano all’infinito, dove eravamo e dove siamo rimasti. Una spiaggia o una biblioteca, un incontro superano il canone del tempo. Un resoconto e la legge universale della rotazione. Il mio amore per te, contrassegnato da un impossibile segno di proprietà. Non arriveremo mai, eppure siamo arrivati. Ecco la radura dove giacciono i frammenti di noi.

Non so da dove arrivano le immagini che appaiono nella penombra, dal passato che ciascuno ha dimenticato, immaginato, quando l’universo giaceva nelle tenebre come acqua indistinta, prima della creazione. Se il mondo nacque dall’interruzione di un sonno, da quel momento la coscienza prova a ricomporlo nei suoi frammenti, senza mai completare il lavoro. Così che i poeti trovino nei loro cuori la connessione tra esistente e inesistente, così che la mente somigli all’immagine di due uccelli su un ramo, dove uno mangia e l’altro lo guarda. La finzione del soggetto che si distacca dal mondo, ne è separato e lo osserva, riproduce la creazione, con una violenza che è atto creativo, prima sorta di scrittura. Oltre l’ordine del mercato e del sociale, l’altrove è solo rivelazione, percorso nell’ignoto, visione. 

Letteratura è tutto ciò che esiste e riconosce, racconta e non si spiega.

Roberto Calasso- Memè Scianca/ Bobi – Adelphi

Elena Sbrojavacca- Letteratura assoluta- La vita e il pensiero di Roberto Calasso- Feltrinelli