Pa-pà

Ho una casa che è mia, ma non lo è. Era di mio padre. Da piccolo ci andavo con gli occhi chiusi e se li aprivo non mi abituavo al buio, mi serviva tempo. Il tempo nelle stanze cambia sempre: nella casa non mia di mio padre i minuti erano più lunghi degli anni, poi scorrevano uguali poco per volta finché la materia invisibile si faceva toccare.

Ci traslocai quando mio padre morì, portai dei sacchi neri di cose: non le sistemavo, lasciavo tutto immobile, impedivo al vento e al tempo di entrare. C’era un viavai di oggetti, aloni, ombre che passavano di sotto le feritoie, dai buchi o dalle mie dimenticanze. Entrava gente che non sapevo, lasciavano firme e biglietti, spostavano quadri e sedie e dal nulla comparivano fogli di confessioni e documenti. Mio padre riparava pensieri e cuori rotti, esattamente nella casa dove io ero arrivato clandestino, nascosto di passaggio nella nave.

Le cose sono dotate di coscienza

Non ho sogni

Vendesi appartamento

La terapia può diventare leggerezza

Scegli tra chi ti spacca e chi ti carezza

Non funziono più

Che ore sono

Papà, hai presente quando il buio si muove? È per l’anima delle cose, lasciata lì dalla vita degli altri, dalle loro mani e dai loro sguardi che ricoprono tutto e restano quanto più fermo resta il tempo. Qui ci sono carte astrali, pietre levigate, la cura delle risposte silenziose: ora è buio come allora in tutte le stanze, cammino, mi muovo, posso fermarmi a vivere e a dormire. Non ci sono insidie nella notte: se aspetti vedrai apparire la realtà.

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Emanuele Trevi- La casa del mago / Ponte alle grazie 2023