For the love of Elvis

La casa della grazia è un luogo di cuori spezzati e tristezza, sala da ballo fosforescente che attira i malati d’amore. E’ un viaggio a ritroso in cerca di posti fuori dal tempo, bettole dove il blues celebra la legge del corpo, chiese dove i canti liberano al cielo le anime timorate. Si prega e si fa l’amore, i giochi si chiudono per esaurimento, la forza cala finché le promesse cedono stremate: se i matrimoni vanno in pezzi si riparano con i baci distribuiti al mondo. Così il re teneva in piedi il suo regno, sotto i fari del palco e i lustrini, con le insegne smaglianti a sfavillare nel deserto – questa roba sembra la notte che ci aspetta dopo i bagordi, dopo la festa e il rossetto sul collo della camicia, la gelatina e le uniformi da show, il trucco. Ce l’abbiamo tutti un trucco, da qualche parte, se non lo abbiamo è solo perché lo indossiamo senza sapere.

Questo profumo è una parte di me

Parlami, guardami negli occhi

Non indosso mai l’intimo sotto un vestito

Voglio una macchina per ogni giorno, un paio di scarpe di ogni colore e una villa in ogni città

Adoro ricevere fiori. Potrei impazzire per le rose rosse.

Carta.

Dimmi qualcosa, una frase fatta, un pensiero sconcio o una poesia

Permette questo ballo? Solo uno. Mi basterà tutta la vita

Non ho nessuno a questo mondo.

La solitudine è un luogo aperto dove passano tutti, uno per uno: una canzone ha dentro la danza sfrenata del desiderio, un sogno o un ricordo. Serve a colmare un senso di mancanza universale, semplice come un viaggio, una ballata, il rock’n’roll.

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Elvis – Baz Luhrmann- 2022- film