Pietre

Il male lascia dietro di sé una materia diafana. I buchi neri parlano coi buchi neri, percorsi da frammenti e informazioni contaminate dal tempo. Chi è morto qui nelle cave, nelle case-cubo senza sonoro né silenzio, ha superato la fine e la tortura: una parete imperscrutata, priva di minimi fori, di radianti o trasmissioni, ha perduto la sua prova. La testa di un pensiero monocellulare pronto alla metamorfosi di acqua e plasma si approssima al nulla, la penetra e guadagna l’ascolto.

Wormhole

Passa da qui

check deck life

widerstande

breath in a war

chicos

love

cherie

ascolta

me

Se i cigolii delle assi furono interferenze, il vento sotto le ferite tra le ante, mosse le voci in mezzo, se un salone di festa era la regina caverna, un buco pieno di acqua, luce sparata sugli occhi, se le spire trapassavano di ora in ora. Ci trovò un giro di nastro, la permanenza come un’aria d’opera, una trama esiziale. Qualche parola, punta e dardo. Il rosso più vivo. Ricordo. Agli scomparsi, ai desaparecidos, a la muerte che è la vida, la caparbia e ostinata natura ultima impalpata del dolore. 

La cattura e l’agonia, la ragione cancellata e l’arma, i colpi e i mostri

il sangue neanche le domande

se mi cancelli

sparisco io  fino a passare tra piombo e cielo tra legna e terra

tra zinco e nulla

Se questa è morte decisa per me.

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Nicolas Jaar- Piedras- Lp 2024